Le tradizioni pasquali

La pasqua così come il Natale, è una festività che a Cattolica, e in Romagna tutta, scandisce il ritmo dell’anno con riti e tradizioni tutte sue, legate specialmente alla tavola.

La Pasqua qui a Cattolica, entrava nel vivo solitamente il giovedì Santo, quando il profumo della pagnotta pasquale di Bartulen – il forno più antico di Cattolica e dell’intera provincia (1880) – si propagava nelle strade cittadine e invadeva il sagrato della chiesa di San Pio V.
I ragazzini si scambiavano figurine e mangiavano allegri i dolci di Staccoli, che Vincenzino, il chierichetto, donava loro dopo aver suonato per un’ultima volta le campane a festa.
Come da tradizione infatti, le campane di giovedì venivano materialmente strette con delle corde in segno di lutto, compreso il “batoc”, in modo tale che non suonassero nemmeno con il vento, e le donne e le ragazze del paese si alternavano in chiesa nello svolgere l’“Ora”, ovvero la veglia partecipata al simbolico sepolcro di Cristo.
Il venerdì era giorno di “magro”: i più ligi digiunavano fino l’indomani, ma si sa, qui siamo in Romagna, e laddove era obbligo astenersi dal mangiare carne, era invece concesso poter supplire con il pesce, e allora via di pesce azzurro!
Sabato si scioglievano le campane, c’era aria d’attesa, tutta la città suonava gioiosa e i nipoti accompagnavano le nonne in chiesa a benedire le uova, per l’occasione sistemate in un cestino con fiocchi e uno dei loro migliori centrini.
Ma era la domenica la Regina della festa dal punto di vista enogastronomico.
La domenica di Pasqua infatti il primo suono che si sentiva in casa era quello del coltello che tagliava il filone di pane fresco, seguito poi dal salamino e dal frusciare della carta dell’uovo di cioccolato.
Una volta arrivati in cucina ci si ritrovava tutti insieme davanti ad una tavola imbandita: la pagnotta pasquale, la piada dolce o la famosa ciambella Romagnola, rigorosamente con gli zuccherini, l’uovo benedetto da dividere, il pane, il salame, il cioccolato e il vinello del nonno o del contadino.

Ebbene sì! Colazione con il vino; che fosse Albana, Sangiovese o rustico e fatto in casa, poco importava, l’essenziale era che lo si bevesse tutti insieme.